Il nome di Mori in origine definiva, una pieve o comunità composta da alcune “ville” o abitati, che, nelle diverse epoche, avevano gradi diversi di autonomia amministrativa.
Dal secolo sedicesimo, e maggiormente nei successivi, si estese per Mori sia il Vicariato, che corrispondeva all’incirca alla parrocchia, che il nucleo centrale di Mori; tale nucleo dal diciannovesimo secolo venne appellato “borgata” per le caratteristiche economiche e sociali della popolazione; i villaggi circostanti divennero così le frazioni.
Troviamo il nome di Mori citato per la prima volta in un documento dell’anno 845.
Con il formarsi della grande piazza centrale “Cal di Ponte” fra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo, dovuta all’unione della piazza o “prato sotto la chiesa” alla destra del Cameras con la piazza o slargo posto alla sinistra dell’acqua a mezzo prima di un ponte e poi della progressiva copertura del Cameras, si andò definendo il “centro” di Mori, come oggi lo conosciamo.
Il lato settentrionale della piazza era delimitato dalla contrada o abitato di Gerole, nei cui pressi si venne progressivamente a definire il tracciato dell’attuale via Modena, che congiunge ancora oggi, la nuova piazza con il vecchio centro di Zochel. Da esso si dipartivano, o qui confluivano, la contrada di Villanuova e quella di Lambel, poste lungo la strada principale, una ad oriente e l’altra ad occidente del Zochel, nel quale ben presto si fusero. Lambel e Villanuova formarono così, con la via Modena-Gerole, un unico abitato, che comprendeva la nuova piazza Cal di Ponte ed il complesso della pieve eretto sul suo lato sud. Questo grande abitato unificato venne chiamato propriamente Mori Centro o Mori Borgata, poiché presentava la popolazione e la struttura socio-economica di un borgo e non più di un paese.
Il formarsi della nuova piazza posta a nord della chiesa e divisa dal Cameras, che venne in parte coperto, costituì probabilmente il principale elemento unificatore non solo del centro, ma anche di tutte le altre ville di Mori.
Alla destra del Cameras, un tempo territorio di Tierno, vi erano (sono) il complesso chiesa-canonica decanale, il vecchio tribunale, le scuole ed infine la ferrovia M.A.R.
Alla sinistra transitava la cosiddetta “strada imperiale”, lungo la quale si stendevano le due ville di Lambel e Villanuova.
...LO SAPEVI CHE?
Monte Albano è stata una zona abitata e frequentata dal periodo del bronzo. Sono state trovate tracce della civiltà del bronzo (1900-1500 a.C.). L'abitato apparteneva alla cultura dei castellieri trentini; l'intera zona era costituita da altre alture, che davano vita ad altri castellieri: quella del Santuario, del Castello e del Doss Mota. A causa dell'aumento della popolazione, l'abitato venne ampliato ai piedi del Monte Albano. Lungo la Valle dell'Adige sorgono i "Pipel", rocce di forma conica, alle quali venivano attribuiti un'anima possente e divina. Accanto a queste pietre sacre sorgevano i villaggi come a Corno presso il Pipel di Tierno e l'abitato di Monte Albano, presso il Pipel di Mori Vecchio.