Chiesa di Sant'Anna Pannone

A cura dell’Associazione “la Valle Nascosta”

 

La cappella, interessante testimonianza di religiosità locale, è situata in località La Rì, lungo la vecchia strada che attraversa l’abitato di Valle S. Felice  e sale verso Pannone.

 

Questo grazioso edificio di culto “rurale” consiste in un’aula semplice rettangolare con soffitto a spicchi, cui si accede attraverso un portoncino affiancato da due finestre protette da inferiate. L’architettura semplice tradisce un impianto gotico sotto un rifacimento rinascimentale. L’architrave sopra la porta reca infatti l’iscrizione 1561, data che lascia supporre il termine del lavoro di rimaneggiamento.

 

Nell’interno risalta l’abside, sfaccettata in cinque lunette che confluiscono in una volta a spicchi. Accostato alla parete di fondo, un piccolo altare sul quale è poggiata una tela raffigurante S. Anna, la Madre di Maria, protettrice delle donne che desiderano la maternità, delle partorienti e delle madri di famiglia. In alto a sinistra, una piccola apertura nella parete lascia filtrare i raggi del sole che il mattino vanno ad illuminare l’altare. Sulla destra dell’aula si apre la porta che conduce alla sacrestia, dove pende il cordoncino che aziona la campanella posta sul campanile di fianco all’ingresso.

 

Al periodo gotico risalgono anche gli affreschi dell’abside, quelli appunto interessati dal recente restauro. Nonostante il visibile deterioramento, dovuto agli agenti atmosferici, ancora oggi possiamo godere delle immagini che l’ignoto artista ha voluto raffigurare sulla volta della Chiesa: sono rappresentati gli Evangelisti negli spicchi centrali, mentre alcuni putti alati nell’atto di trasportare gli strumenti della Passione di Cristo figurano nelle lunette laterali. Al centro appare un’immagine dello Spirito Santo. Ai lati compaiono i Padri della Chiesa: S. Gerolamo, S. Agostino, S. Ambrogio e S. Gregorio  Magno.

 Il restauro, che ha interessato anche il pavimento, il tetto le mura esterne della Chiesa, non ha  invece compreso l’aula, dove gli affreschi ben più recenti contribuiscono ad ornare le pareti. Si tratta di dipinti a fresco eseguiti da Enrico Less e Filidea Zanella, due persone che si sono impe-gnate con passione, per la riscoperta e la conservazione del patrimonio storico e culturale della valle.

 

Il loro lavoro, completato intorno al 1948, è recentemente  entrato sotto  la tutela dei Beni Culturali. 

Lo stile è certamente semplice e di chiara interpretazione. Tuttavia, il visitatore distratto potrebbe perdersi il significato di queste scene popolate da una nutrita schiera di Santi. Ci permettiamo pertanto di riproporre la descrizione degli affreschi che Ernesto Berro pubblico su “ I Quattro Vicariati e zone limitrofe” del dicembre 1966 (Anno X, numero 2).

 

“Ecco quindi, nella parete di destra, la Nascita della Vergine: gli autori hanno espresso S. Gioacchino, S. Elisabetta e S. Anna con buon gusto nel disegno e generosità di coloro. S. Anna  volge gli occhi verso Maria Bambina, paffutella, sorridente in un gesto di confidente affetto. In alto, una schiera di angeli sereni. La visione è data da S. Enrico imperatore che in una dimostrazione di geometria spirituale apre un tendaggio richiamando alla biblica visione uno stuolo di Sante e di Santi titolari delle chiese della Valle di Gresta. Domina la scena S.Felice ( titolare della parrocchiale di Valle SS. Felice) inginocchiato sui primi gradini della scala con il drappo al vento. La sinistra tiene la palma del martirio, la destra è nell’atteggiamento di chi sta parlando, meglio, un concetto del discorso. Figura massiccia, vigorosa appare pervasa di  misticismo. Il volto è raccolto, attento, delicato nell’espressione, le labbra socchiuse atteggiate ad un tenue sorriso persuasivo, sicuro, gentile. Invita al sacro convegno S. Antonio e S. Michele     (Ronzo), S. Francesco d’Assisi, S Rocco (cappellette),S. Fabiano e S. Sebastiano (Varano), S. Antonio abate (Manzano), S. Martino (Nomesino),. A breve distanza seguono: S. Filippo e Giacomo (Pannone). All’apocalittico corteo assistono S. Agnese, S. Lucia, S. Rita da Cascia, S. Cecilia e S. Apollonia che conversano e sorridono da un tronetto prospiciente la scalea. I profili di questi personaggi sono chiari, netti, staccati, gli atteggiamenti sublimi: un raggruppamento liricamente armonizzato in una luce pacifica e sorridente.

 

Nella parete di sinistra nell’ampio trono (sul paliotto è raffigurata la scena degli Ebrei nel Deserto) è una composizione che ha il suo punto più ispirato nel complesso figurativo del racconto : Morte di S. Anna. La figlia assiste la Madre che ha vicino il Marito, il Genero e il Nipote. Nel vasto ed umile ambiente è dipinta una finestrella sul cui davanzale sono poste qualche rozza ciotola ed alcuni piatti. C’è attorno a S. Anna morente che fa pensare alla serenità delle vie del cielo, la Madonna inginocchiata dolcemente che offre alla Madre poca frugalità domestica; S. Elisabetta, S. Giuseppe e S Gioacchino in sorprendente atteggiamento umano e si direbbe sbigottito, di fronte al Trapasso. Alle spalle della Vergine, un’ampia arcata lascia affluire un largo fascio di luce, da cui traspare in profondità un paesaggio roccioso sul quale spicca la visione eterna del Calvario. Il panorama è illeggiadrito dal paesello di Valle S. Felice. Nella parte superiore si apre un cielo da tempesta con squarci azzurri in dissolvenza di luce che gli artisti sembrano aver concentrata sui lineamenti del Cristo che guarda timorosamente la via del martirio e della morte: predizione che S. Anna sta facendo a Gesù.  Sotto, in piedi o seduti, oppure inginocchiati, sono Santi e Sante, (portanti il nome di molte persone in val di Gresta) che ascoltano la preghiera della buona Madre morente. Del gruppo di sinistra, nelle cinque sante di nobili e floride forme si intravede S. Caterina, S. Teresa del B.G., S. Agata, S. Barbara e Maria Maddalena con la sinistra protesa verso l’alto, sembra  esprimere una domanda agli occhi della Morente. Illeggiadriscono la scena: S. Biagio benedice la gola di un infante, S. Valentino offre l’Eucarestia a S. Luigi Gonzaga, S. Giovanni Bosco educa Domenico Savio, e S. Gaetano.

 

Dietro alcuni rami frondosi, sono due teste nervose, asciutte. Sono del Less e della Zanella.

Nel Trionfo, sopra la porta d’ingresso, gli autori hanno voluto tradurre il passo di Dante (Paradiso XXXII): “ di contro a Pietro vedi seduta Anna tanto contenta di mirar sua figlia che non muove occhio per cantare osanna”, mentre S. Bernardo invita il poeta ad offrire la Divina Commedia. Le forme sono tutte generose nella viva forza religiosa perché lasciano immaginare nella penombre  altre figure di angeli e di Santi fino a formare una cordialità soddisfatta”.

 

Il 26 luglio, come da tradizione, la Chiesetta verrà aperta per la celebrazione della festa di  S. Anna.

 

 

Tratto da “El Campanò de San Giuseppe “ anno 2001  stampato da “ La Grafica Srl Mori (TN) “