La stessa funzione di caposaldo e di nodo di collegamento che aveva il Monte Nagià, veniva esercitata dal Monte Faè. Un trincerano in gran parte in roccia, blindato, correva lungo l'orlo del piccolo terrazzo che occupava la cima. Due cannoniere in caverna fronte sud-est e tre cannoniere sempre in caverna fronte sud, dominavano la fascia di terreno pianeggiante che gira da sud attorno al torrione di Monte Faè, fiancheggiata ad est dal salto di Camanghen, a sud dalla dalla precipitosa gradinata di Cèlle. Sul rovescio settentrionale del Monte Faè erano state costruite baracche e ricoveri. A nord il monte era armato con molte mitragliatrici per impedirne l'accesso da Lenzima.
Dal La Valle di Gresta e la Valle del Camera nella prima Guerra Mondiale 1915-1918
Museo Storico della Guerra di Rovereto
Foto di Giuliana Baldessari
...LO SAPEVI CHE?
Monte Albano è stata una zona abitata e frequentata dal periodo del bronzo. Sono state trovate tracce della civiltà del bronzo (1900-1500 a.C.). L'abitato apparteneva alla cultura dei castellieri trentini; l'intera zona era costituita da altre alture, che davano vita ad altri castellieri: quella del Santuario, del Castello e del Doss Mota. A causa dell'aumento della popolazione, l'abitato venne ampliato ai piedi del Monte Albano. Lungo la Valle dell'Adige sorgono i "Pipel", rocce di forma conica, alle quali venivano attribuiti un'anima possente e divina. Accanto a queste pietre sacre sorgevano i villaggi come a Corno presso il Pipel di Tierno e l'abitato di Monte Albano, presso il Pipel di Mori Vecchio.