Castello della Corte

Fu costruito sopra il dirupo, cui soggiace la stazione preistorica del Colombo sulla strada che da Mori porta a Sano a 275 m s.m.

 

Rimangono oggi pochi ruderi di pietre di finestre a tutto sesto e di stipiti sul dosso dei Paridi, detto anche “doss Castione”. Un Federico de la Curte è nominato in un documento stipulato nella camere del palazzo Vescovado a Trento, presso la Cattedrale, il 16 febbraio 1216, con il quale il Principe Vescovo investe Rodolfo Scancio, figlio del suddetto Federico de la Curte, concedendogli l’autorità di edificare un castello con una casa forte, nella zona di Segonzano, sopra i suoi possedimenti a patto che promettesse di attenersi alle solite clausole, tra le quali quella di non ospitare ladri, falsari e soprattutto banditi. Nel 1263 Adelpiero del fu Variente di Castel Curte, cioè “de la Corte” nel “plebatus Murii”, era feudatario del castello per il Vescovo di Trento.

Il castello fu poi distrutto ad opera dei Castelbarco. Infatti nello “Jura Episcopatus ecclesiae Tridentinae quae sunt in Valle Lagarina Tridentinae Diocesis”, compilato tra il 1335 e il 1365 si afferma “… er Castrum de la Curte destructum per illos Castrobarco…”. 

 

 

Tratto dal libro di Luigi Dalrì     Mori “ note storiche dalle origini alla fine della 1 guerra mondiale” finito di stampare nel 1987  da “La Grafica” per conto della cassa Rurale di Mori.